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Moscovici a Roma Moscovici
è giunto a Roma. Il commissario europeo con flemma garbata ha spiegato alla
Camera che l’Unione europea, non chiede all’Italia un aggiustamento
“irrealistico”, ma semplicemente il rispetto del Patto sottoscritto. Basterà
un aggiustamento ragionevole e progressivo. Al governo hanno tirato un
sospiro di sollievo. Padoan non può certo lamentarsi del trattamento
ricevuto, potendo usufruire a piene mani di tutte le flessibilità consentite.
Moscovici non ha potuto però chiudere gli occhi sugli squilibri che rendono
fragile l'economia italiana. L'Italia avrebbe bisogno di una crescita
maggiore per offrire più occupazione e di riforme per ridurre il debito. Per
quanto questa situazione non appaia incoraggiante, Moscovici si è lo stesso
detto certo che il governo italiano assumerà le proprie responsabilità. Quali
ragioni per tanta generosità? Moscovici appartiene pur sempre ad un governo
socialista europeo, quello francese, che riflette le sue stesse difficoltò in
quello italiano, sia Renzi o Gentiloni, entrambi appartengono al Pse e hanno
la sua comprensione. La Francia voterà a breve e Moscovici sa bene di quale
cataclisma si potrebbe abbattere sul vecchio continente, dato per scontato
che l’esperienza Holland finirà mestamente. L’unica speranza del socialismo
francese è che possa reggere almeno il governo italiano e magari confidare
nel successo di Shulz contro Angela Merkel in Germania, alla faccia dei
rigurgiti nazionalisti. La linea della socialdemocrazia tedesca appare molto
tiepida verso il rigore di bilancio e i vincoli dell’euro. Un cambio di
governo in Germania potrebbe promettere maglie più larghe e minori attriti
con l’Italia ed i paesi mediterranei. Tutto un quadro da ridefinire.
Sensibile come solo un vecchio trotzkista sa essere alle questioni di
tattica, Moscovici non ha ragione di mostrare la faccia feroce. In questa
situazione basta e avanza la promessa del ministro Padoan, ovvero che
l’Italia farà di più. Purtroppo, non si capisce che cosa bisogna fare di più
l’Italia e soprattutto in che direzione il governo intenda procedere. In due
mesi, premesso che buona parte delle riforme previste dal governo precedente
sono state abbattute, stiamo ancora aspettando una qualche proposta concreta
che non sia subito contraddetta. Roma, 2
marzo 2017 |
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